Via d’Amelio

Grazie anche all’aiuto dei giovani volontari in servizio civile, è stato il momento di rivendicare la voglia di legalità, l’importanza di fare educazione, il bisogno di continuare le campagne a contrasto delle mafie.

Via d’Amelio è un indirizzo che si è radicato nella memoria degli italiani, il 19 luglio di 31 anni fa. Al numero 21 è stato ucciso il giudice Paolo Borsellino, nel pieno dell’epoca stragista della Mafia.
Oggi Arci servizio civile Sicilia aps, i ragazzi che stanno facendo servizio civile e il Centro Studi ricerche e documentazione Sicilia/Europa “Paolo e Rita Borsellino” erano lì, sotto l’albero della Pace.

Una mattinata gioiosa, ravvivata dagli sguardi attenti dei bambini, per mantenere acceso il ricordo di ciò che è successo e di chi ha perso la vita per combattere la Mafia.
Una mattinata di giochi e laboratori, coordinati dagli studenti del corso di Scienze della Formazione primaria dell’Università di Enna per raccontare la lotta alla mafia ai bimbi e ai ragazzi delle scuole.
Soprattutto, però, grazie anche all’aiuto dei giovani volontari in servizio civile, è stato il momento di rivendicare la voglia di legalità, l’importanza di fare educazione, il bisogno di continuare le campagne a contrasto delle mafie.

Sofia Lombardo, 19 anni di Palermo, dopo il liceo classico è in attesa di iscriversi a Medicina. Oggi era in via d’Amelio in veste di operatrice volontaria nel Centro Studi ricerche e documentazione Sicilia/Europa “Paolo e Rita Borsellino”.

Abbiamo trascorso una mattinata con i familiari delle vittime e con i parenti del giudice Paolo Borsellino e di sua sorella Rita a raccontare ciò che è stato e a trasmettere le testimonianze ai bambini. È un atto necessario perché altrimenti la memoria svanirebbe, io stessa non ho vissuto in prima persona quegli eventi e non li conoscerei se non ci fossero date come quella odierna o organizzazioni come la fondazione Paolo e Rita Borsellino

D: Sei entrata in servizio da poco (il 25 maggio 2023), ma c’è qualcosa che ti ha già colpito?
R: C’è molta necessità di fare educazione sui temi della legalità, l’ho visto tra gli amici, nella mia rete sociale, nei partecipanti all’anniversario del 23 maggio, anniversario della morte di Falcone.
Tanti, troppi assistono con disinteresse a queste manifestazioni di piazza. Le credono ripetitive e inutili, come se l’epoca stragista avesse chiuso i conti con la Mafia e oggi non esistesse il problema”.

D: Perché hai scelto di fare servizio civile con ASC aps proprio collaborando con il Centro Studi ricerche e documentazione Sicilia/Europa “Paolo e Rita Borsellino”
R: “Li ho conosciuti con la scuola e lì ho saputo della possibilità di fare servizio civile. Quando si è aperto il bando, ho confrontato i vari progetti disponibili, in particolare quelli di assistenza o quelli della Croce Rossa poiché sarebbero stati affini al mio percorso.
Alla fine, però, ho scelto di dedicarmi a un progetto di educazione alla legalità perché sentivo il bisogno di aiutare questa città a uscire dalla cappa mafiosa.”

D: Che sensazioni ti lascia questa giornata?
R: Molto positive, mi ha stupito vedere l’energia e l’attenzione dei più piccoli rivolta a temi così difficili. E ho apprezzato che la mattinata sia stata ricolma di attività e parole ricche di significato, fatta da persone che avevano molte cose da dire.


Il Centro Studi Ricerche e Documentazione Sicilia/Europa “Paolo e Rita Borsellino” partecipa con il progetto dal titolo “Biblioteche ad alta voce”, che si pone l’obiettivo di rafforzare legami sociali, prevenire ogni forma di violenza e discriminazione attraverso percorsi di educazione civica e nonviolenta nelle scuole, agendo così sul territorio per la lotta alla povertà educativa e diffondendo la cultura della lettura quale strumento di conoscenza; inoltre, promuovere il volontariato come strumento di legalità e favorire la partecipazione e il protagonismo dei cittadini nella lotta antimafia, anche nella riappropriazione di un bene confiscato che possa essere trasformato in bene comune per combattere le povertà indotte dalla mafia stessa.