Il contributo della CNESC e del servizio civile universale alle sfide del presente
Il XXI rapporto propone una riflessione sul servizio civile, sui nodi e sulle opportunità
Due le parole chiave di questa giornata: coprogrammazione e costi.
La prima rappresenta le opportunità che emergono dal XXI rapporto delle CNESC: una scelta che ha consentito a molti enti (scelta dail 26,3% dei programmi) di aprirsi a nuove collaborazioni, a un proficuo scambio di prassi e integrare le misure aggiuntive per qualificare il percorso formativo dei volontari e renderlo accessibile anche a chi è in difficoltà (adottate nel 58,3% di posti CNESC)
La seconda, invece, è l’emblema dei nodi del mondo del servizio civile: gli enti aderenti a CNESC hanno registrato un aumento del 67% delle risorse impiegate, sia a livello locale che centrale. È il segno di una complessità crescente accompagnata da un aumento di burocrazia, che mette a rischio la sostenibilità del sistema.
“Il Rapporto ci racconta un Servizio Civile Universale al passo coi tempi, capace di modificarsi per rispondere alle sfide del presente. Tra le sfide quella di dare una risposta strutturata alle emergenze, per fare in modo che gli operatori volontari possano intervenire tempestivamente, senza necessità di circolari apposite; e ancora investire nella prevenzione e nella trasformazione nonviolenta dei conflitti e, quindi, nel Corpi Civili di Pace; rendere il Servizio Civile realmente universale, dotandolo da un lato di risorse stabili chiedendo nell’immediato l’estensione dei fondi PNRR anche per il 2024 e dall’altro investendo nella promozione, come già ha indicato il Ministro Andrea Abodi, per realizzare non solo azioni di orientamento all’interno delle scuole, ma anche laboratori di cittadinanza che possano far crescere una cultura dell’impegno civico e della nonviolenza.
Laura Milani, Presidente CNESC
Ne stiamo avendo una prova in questi giorni in Emilia Romagna: i giovani sentono istintivamente l’urgenza di dare il proprio contributo per portare un cambiamento, si sentono parte di una comunità, ma vanno ascoltati per riuscire a far crescere questi valori e a tradurli in impegno concreto.”
In apertura lavori il saluto del Presidente della Consulta Nazionale per il Servizio Civile Universale Licio Palazzini che ha sottolineato il ruolo del terzo settore in questa fase di dinamismo del sistema e del Capo Dipartimento per le Politiche Giovanili e il Servizio Civile Universale – Presidenza del Consiglio dei Ministri Michele Sciscioli che ha evidenziato l’importanza della collaborazione con gli Enti e dell’ascolto dei giovani, anche per meglio imparare il loro linguaggio e dell’interazione con gli altri Ministeri tra cui il MIUR, per rafforzare insieme la promozione.
Tra le riflessioni e le proposte emerse, la necessità di valorizzare l’esperienza del Servizio Civile anche attraverso la certificazione delle competenze, attivando al più presto un percorso che garantisca a tutti gli operatori volontari, nella libertà di ciascuno, la certificazione delle competenze di cittadinanza, coerenti con il quadro valoriale del servizio civile.
In ultimo, quella di semplificare e sburocratizzare il sistema, passando per esempio da una programmazione e progettazione annuale a una triennale.
Ad arricchire la riflessione, il focus sul SCU e gli obiettivi dell’agenda 2030, che offre uno stimolo a rileggere l’istituto in chiave di Difesa della Patria, di ripartenza in connessione con il PNRR, e di sostenibilità, con una particolare attenzione per l’obiettivo 16- Pace, Giustizia e istituzioni solide.
Infine, le esperienze di due operatori volontari – Paolo Castelli e Marta Romano – che testimoniano concretamente come il servizio civile diventa per i giovani un’opportunità per costruire la pace e promuovere lo sviluppo sostenibile, e di un Operatore Locale di Progetto – Ivano Maiorella – che ci ricorda il ruolo degli adulti che accompagnano i volontari in questa esperienza di educazione alla pace, di formazione e acquisizione delle competenze, di difesa della Patria.
“È stata una mattinata piena di stimoli, sfide e prospettive. Avere un documento che raccoglie dati ed esperienze così differenti, offre uno spaccato multiforme, variegato ma completo della situazione del servizio civile in Italia, e all’estero. Inoltre, occasioni come queste consentono il confronto all’interno della più grande rete di Enti di SCU in Italia ed è il luogo ideale per continuare a immaginare il futuro del servizio civile universale.“
Rosario Lerro, Presidente ASC aps
La galassia CNESC
I 29 Enti aderenti CNESC raccolgono il 39,9% dei posti del bando. Nei 6.711 enti di accoglienza (di cui il 94,3% afferenti agli ETS) distribuiti in tutte le regioni e all’estero, sono stati messi a bando 22.239 posti, ricevendo 50.095 domande.
I dati presentati nel XXI Rapporto CNESC “Il Servizio Civile Universale e le sfide del presente: numeri ed esperienze tra continuità e innovazione” si riferiscono al bando 2020.