Diritto all’obiezione

Nuovo processo per l'obiettore di coscienza ucraino

La Corte suprema di Kiev ha annullato la condanna a un anno di carcere a Vitaliy Alexeenko a un anno di carcere per essersi rifiutato di combattere, condanna comminata lo scorso 23 febbraio. La Corte ha inoltre ha ordinato il suo rilascio immediato e ha disposto un nuovo processo in prima istanza.
All’udienza erano presenti il segretario generale del Movimento pacifista ucraino, Yurii Sheliazhenko, e Derek Brett in qualità di osservatore internazionale il rappresentante dell’EBCO – European Bureau for Conscientious Objection.
Nei giorni scorsi è stato presentato anche un Amicus curiae che ha visto come altri cofirmatari Foivos Iatrellis, consigliere giuridico onorario dello Stato (Grecia) nonché esperto di diritti umani, e l’avvocato italiano Nicola Canestrini.

L’obiezione di coscienza in Ucraina
Rifiutarsi di imbracciare il fucile non è un diritto riconosciuto in Russia, Ucraina e Bielorussia. Eppure, rientra tra i diritti sanciti dalla Convenzione Universale dei diritti dell’Uomo, che si applica anche in tempo di guerra.
Oggi manca a livello giuridico una forma di servizio civile alternativo e il risultato di questa situazione è che tanti cittadini russi, bielorussi e ucraini cercano di lasciare il proprio Paese pur di non arruolarsi.