Ponti digitali per reti sociali

Due diversi approcci e un unico comune denominatore: costruire un ponte fra chi sa utilizzare bene gli strumenti digitali e chi dev’essere aiutato.

Due progetti che si sviluppano lungo tutto lo Stivale. 30 giovani attivi tra Piemonte, Calabria, Puglia, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Lazio, Emilia Romagna rappresenteranno l’energia giovane del servizio civile impegnata a ridurre il gap digitale del Paese.
Due progetti complessi, quelli messi in atto da ASC Aps, su cui sono riposte molte aspettative vista la difficoltà, non solo generazionale, ma anche sociale, di restare al passo con l’evoluzione tecnologica.

Sia le organizzazioni di Terzo Settore che gli enti pubblici sono interessati a valorizzare questa opportunità, sia verso i cittadini che per i giovani operatori volontari di servizio civile. Come ASC sappiamo che il servizio civile raggiunge il massimo valore quando aiuta la comunità, in particolare chi ha bisogno a difendersi dai “pericoli” fra i quali ci sono analfabetismo, anche digitale, razzismo o isolamento sociale. Per quanto riguarda il digitale, il rischio Paese è quello di lasciare indietro persone come giovani NEET, migranti, le persone anziane o con problemi di mobilità.

Licio Palazzini, presidente di ASC nazionale Aps.

Un obiettivo, due strade
Due progetti, il primo chiamato “Sportelli digitali, cittadini connessi” e il secondo “Costruire linguaggi digitali comuni” con due diversi approcci e un unico comune denominatore: costruire un ponte fra chi sa utilizzare bene gli strumenti digitali e chi dev’essere aiutato.
Due progetti che vanno oltre l’alfabetizzazione digitale degli anziani, ma toccano temi come il cyberbullismo e sulla navigazione in sicurezza rivolto ai minori con disabilità, l’integrazione dei cittadini stranieri.

Nel primo, l’impegno sarà rivolto ai più fragili, per supportarli a conoscere il funzionamento dei più comuni strumenti digitali, dai portali web della pubblica amministrazione al rilascio delle credenziali SPID. Un ponte digitale per accompagnare tutti lungo la strada della transizione verso i servizi digitali, migliorando il presidio nei punti di facilitazione digitali.
Nel secondo, invece, il focus sarà la diffusione della cultura “digitale” e l’educazione all’uso di strumenti digitali. I giovani in servizio civile, durante i 12 mesi di attività, spiegheranno il corretto utilizzo dei social, come prevenire i casi di phishing o furto di informazioni, come difendersi dai fenomeni di hate speech online.