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Una sorpresa

Una sorpresa

Ho iniziato il mio servizio civile alla Biblioteca Civica Gambalunga di Rimini il 12 settembre 2016, tramite il progetto “Leggere e conoscere 2015”.

È un viaggio che ho intrapreso, in realtà, un po’ per caso; avevo letto il bando e il progetto, ma in concreto non sapevo cosa aspettarmi.  Anche perché da cittadina cesenate e studentessa bolognese, Rimini rappresentava una città veramente poco conosciuta. Quindi, una buona dose di curiosità mi è stata compagna sin dal principio.

Gli ambiti in cui potevo essere stabilita erano la Biblioteca dei ragazzi, il reference (ovvero il servizio di prestito libri e tutto ciò che concerne il rapporto con l’utente) alla biblioteca degli adulti e l’archivio fotografico. Dopo la prima settimana passata alla biblioteca dei ragazzi (a cui ero stata assegnata in maniera provvisoria), ho raggiunto quello che sarebbe stata la mia dimora per i 12 mesi successivi: l’archivio fotografico.

L’impatto è stato forte, non solo perché questo archivio contiene più di un milione di immagini fotografiche (oltre 100.000 foto, 800.000 negativi su pellicola, 500.000 foto digitali), ma soprattutto perché ho scoperto un mondo totalmente sconosciuto. Il primo lavoro che mi è stato assegnato era quello di fare l’inventario delle foto degli “eventi” (politici e sociali) che si sono susseguiti a Rimini dal 1947 fino a metà degli anni ’80. Passare il mio tempo a sistemare e ordinare quello fotografie (tutte cartacee) mi ha portata a dare un nome ai luoghi e alle persone e a guardare la città con altri occhi. A capire i riminesi, come si vive in una città di mare e, ancor più, come è cambiata la città dalla terribile distruzione causata dalla Seconda guerra mondiale  fino ai nostri giorni.

Il mio sguardo poi è passato anche ad altri comuni della Romagna, come Santarcangelo e Gatteo fino alla mia Cesena. Un libro di storia ti racconta il corso degli avvenimenti, ma vedere questi luoghi e il loro aspetto nei primi anni del ‘900 o leggere cartoline datate cento o settant’anni fa,  è un’emozione difficile da descrivere. E così ho capito l’importanza di tutela, protezione e conservazione di questo patrimonio inestimabile. Sapere di avere contribuito a questo mi rende orgogliosa del mio operato alla Biblioteca Gambalunga.

L’altro lavoro che mi è stato assegnato, e che mi accompagna ancora oggi, è quello di lavorare sul fondo fotografico del fotografo Davide Minghini. Le sue foto vanno dal 1957 al 1987 circa (535.000 negativi, 23.630 fotografie e 5.684 diapositive). Principalmente il mio compito consiste nel raccogliere informazioni per creare le didascalie delle foto. Per cui, a cadenza settimanale ho cominciato ad incontrare Walter Moretti dell’Istituto Storico della Resistenza di Rimini e la signora Edda Tonini Montemaggi (moglie dello studioso storico e giornalista  Amedeo Montemaggi). Tramite i loro racconti e  aneddoti, le persone e i luoghi a cui fino a quel momento avevo associato solo un nome hanno preso vita e sono diventati densi di significati.

 

Ma in questo percorso ho avuto tante guide: da Nadia, la responsabile dell’archivio fotografico, a Ludovica, Sara e Mathis, tutti ragazzi del servizio civile con me alla Gambalunga, che mi hanno regalato la loro amicizia. Un’esperienza tutta nuova che penso mi stia preparando per il futuro e che certamente mi ha fatto allargare gli orizzonti. Una bella sorpresa.