Home
Racconti
Per raccontare un anno di Servizio Civile servirebbe un romanzo

Per raccontare un anno di Servizio Civile servirebbe un romanzo

In molti dialoghi nella vita quotidiana mi sono ritrova a parlare con sconosciuti, ma anche parenti e amici, che tra un discorso e l’altro mi chiedevano “e tu che cosa fai nella vita?”. Penso di non aver mai avuto tante difficoltà a spiegare di che cosa mi occupo quanto in questo periodo di Servizio Civile. Perciò mi domando, a che cosa serve spiegare quello che si fa se poi i riassunti degli interlocutori dimostrano che loro non hanno capito niente? Quello che si ottiene indietro è nel migliore dei casi: “Aah ok, allora non fai niente e prendi dei soldi” oppure “Quindi fai il lavoro di una persona che non possono permettersi di assumere, ti fai sfruttare”. D’accordo, devo ammettere che per concludere i discorsi ho sempre tagliato corto con un simpatico “Sì è vero, mi faccio sfruttare e prendo soldi per non fare niente”. E tutto si è risolto con una risata per passare all’argomento successivo. Una persona su mille però riesce a comprendere che questa frase non ha molto senso di per se, il che mi fa pensare che c’è ancora speranza.

Quindi: Che cos’è il servizio civile? Forse l’unico modo per poterlo spiegare è raccontarlo in breve come un processo di crescita, partendo da quello che non sapevo prima di iniziare il mio percorso e arrivando a quello che so dopo più di sette mesi di servizio. Non parlerò del periodo della “scelta” e della selezione, perché richiederebbe troppe parole, ci tengo solo a precisare che poter partecipare a un progetto di servizio civile è purtroppo un regalo, e se io posso raccontare la mia esperienza e la mia crescita personale è perché sono stata fortunata, al contrario di moltissimi ragazzi e ragazze che non sono riusciti a inserirsi in nessun progetto a causa di mancanza di risorse.

Prima di iniziare il servizio civile non sapevo che cosa avrei voluto fare “da grande” e non avevo la minima idea di quante professioni esistono al mondo. Non sapevo che una caratteristica fondamentale per riuscire a raggiungere dei risultati fosse la previsione e l’organizzazione del lavoro, e nemmeno ero a conoscenza di cosa volesse dire agire per arrivare esattamente dove ci si era prefissati di arrivare. Non ero sicura che nella vita servisse la determinazione perché al giorno d’oggi pare più facile andare avanti per conoscenze, e inserirsi in certi ambienti non sembra questione di merito. Non ero sicura che una sola azione potesse cambiare la vita di moltissime persone. Non ero sicura nemmeno che la cultura avesse ancora il potere di unire le persone e creare una comunità.

Posso dire di aver imparato a essere concreta, a non accettare che qualcosa “è così perché l’ho trovata così” ma che quella cosa può diventare molto altro se si usano creatività e propositività e sopratutto se si impara a dialogare con mondi diversi. Ho imparato che le linee parallele si incontrano sempre alla fine, bisogna solo avere il coraggio di arrivare in fondo. Ho compreso cosa mi piace fare e che cosa sono brava a fare, per tutto il resto serve solo pazienza ed esercizio, perché per quanto sembri assurdo anche chi nasce tondo se viene levigato con arte può diventare quadrato, bisogna solo capire qual è la forma migliore per se stessi e gli altri e non aver paura di dimostrare che si può cambiare.
Nel mio processo di crescita ho vissuto momenti stupendi e altri terribili, mi sono sentita inutile in certi momenti e parte di qualcosa di importante in altri. Quello che desidero dal futuro è non dimenticare tutto quello che ho imparato e di poter continuare ad avere a che fare con il mondo che ho conosciuto perché i legami che si creano con le persone durante il servizio civile sono speciali e non finiscono con il termine del progetto. Sono convinta che il servizio civile possa cambiare la vita e consiglio a tutti i giovani tra i i 18 e i 28 anni di considerare questa esperienza nella loro vita.
Sono consapevole di aver usato un linguaggio vago e di non aver specificato niente, ma dopotutto per raccontare un anno intenso servirebbe un romanzo, in alternativa lo si può vivere personalmente per capire che cosa vuol dire “fare il servizio civile”.