Home
Racconti
Storia in Rete: il servizio civile nell’archivio e nella biblioteca

Storia in Rete: il servizio civile nell’archivio e nella biblioteca

Il progetto “Storia in rete” è stato presentato da Arci Servizio Civile Roma con l’Istituto Luigi Sturzo e la Fondazione Lelio Basso per valorizzare parte del loro patrimonio archivistico e bibliografico; in particolar modo al centro del progetto sono state poste le fonti di interesse per lo studio dei movimenti sociali che hanno animato la società italiana tra il 1965 e il 1978.

Nel corso di questo anno abbiamo avuto modo di approfondire un periodo storico nel quale prendono forma una serie di processi ancora molto attuali. La sfiducia nei confronti degli istituti della rappresentanza, le tecnologie come strumento di riduzione del tempo di lavoro e di democratizzazione della comunicazione, il peso dell’economia della conoscenza e dell’impiego del lavoro precario sono alcuni dei temi su cui infatti ci si inizia ad interrogare a partire da quegli anni.

D’altro canto il decennio posto al centro del progetto presenta degli aspetti che sebbene siano assenti nel nostro tempo non mancano di porre domande e stimolare riflessioni sulle trasformazioni che hanno coinvolto le relazioni tra governanti e governati, tra coloro che hanno delle responsabilità istituzionali e quanti sono coinvolti nelle forme di cittadinanza attiva presenti nella società.

Oltre ai motivi di interesse legati al tema cui è stato dedicato, il progetto è stato anche un’occasione per apprendere una serie di abilità che avremo modo di impiegare in altri contesti. Infatti, dopo un periodo iniziale dedicato alla formazione, ci siamo impegnati nell’elaborazione dei criteri in base ai quali selezionare i documenti di archivio e biblioteca che avremmo ritenuto necessario far conoscere agli utenti. Il patrimonio presente all’interno dell’Istituto infatti riguarda prevalentemente pubblicazioni e documenti di rilievo per la storia del movimento cattolico. Per tale ragione con l’aiuto del nostro OLP, del personale dell’istituto e di alcuni studiosi abbiamo individuato non solo i fondi di archivio e le pubblicazioni utili per la realizzazione della ricerca, ma anche i temi in base ai quali sarebbe stato interessante selezionare le fonti da valorizzare.

Dopo questa prima fase, ci siamo cimentati con le attività vere e proprie del progetto: la ricerca, la descrizione e la digitalizzazione di quanto trovato in archivio e biblioteca. In biblioteca abbiamo condotto lo spoglio di alcuni periodici mentre in archivio abbiamo imparato a servirci di inventari e ad orientarci nella consultazione dei fascicoli. Quanto trovato è stato di volta in volta descritto utilizzando gli applicativi utilizzati dall’archivio e dalla biblioteca dell’Istituto e poi digitalizzato.

L’attività di ricerca delle fonti ci ha dato occasione di scoprire una grande varietà di documenti, tra i quali alcuni ci hanno particolarmente colpito. Tra di essi vi sono sicuramente alcune relazioni e interventi di donne protagoniste all’interno del movimento femminile della Democrazia cristiana. In queste carte si mostra come la distanza dal movimento femminista e il forte senso di appartenenza alla propria comunità politica non impedissero a queste militanti e dirigenti di chiedere un maggior riconoscimento dell’impegno e del ruolo delle donne nelle attività del partito. Altre fonti che hanno richiamato in modo particolare la nostra attenzione sono state la lettera di un giovanissimo militante di Lotta continua alla redazione de La Discussione (rivista della Democrazia cristiana) assieme alla risposta ad essa fornita dal direttore. Questo scambio di opinioni tra i rappresentanti di due visioni radicalmente alternative della vita associata rappresenta certamente un avvenimento non frequente all’interno della sfera pubblica di quegli anni.

Negli ultimi giorni abbiamo iniziato a consultare i fascicoli dell’archivio fotografico. Al suo interno stiamo scoprendo una parte del patrimonio dell’Istituto molto utile per raccontare quanto i testi e i discorsi finora scelti non sono riusciti a trasmetterci: gli sguardi, i volti, i gesti e altri dettagli inerenti agli ambienti e ai modi di vestire.

Tutte queste scoperte sono per noi il frutto dell’esperienza di servizio civile.