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L’OBIEZIONE DI COSCIENZA AL SERVIZIO MILITARE COMPIE 10 ANNI

L’OBIEZIONE DI COSCIENZA AL SERVIZIO MILITARE COMPIE 10 ANNI

8 Luglio 1998 il Parlamento Italiano approva a larga maggioranza la riforma della legge sull’obiezione di coscienza al servizio militare obbligatorio del 15 Dicembre 1972.

E’ il coronamento di vent’anni di impegno delle organizzazioni degli obiettori e di alcune associazioni impegnate al promuovere un servizio civile di pace e di cittadinanza, e fra queste ARCI e poi Arci Servizio Civile, all’interno della CNESC, hanno avuto un ruolo importante e propositivo.

E’ il coronamento di un lavoro parlamentare iniziato già con il 1987, che ha visto l’impegno di tante parlamentari, a cui va tutto il nostro ringraziamento, che in qualità di relatrici dei vari testi, hanno attraversato numerose legislature e la bocciatura dell’allora Presidente della Repubblica, Cossiga, a Febbraio 1992 di un testo che avrebbe potuto irrobustire il servizio civile e renderlo più pronto a affrontare la stagione della sospensione della leva obbligatoria e del Servizio Civile Nazionale su base volontaria.

Maria Teresa Capecchi, Chiara Ingrao, Francesca Chiavacci, Pietro Paolo Caccia, Stefano Semenzato questi solo alcuni dei tanti parlamentari che si sono tenacemente impegnati per introdurre nell’ordinamento legislativo italiano l’obiezione di coscienza al servizio militare come diritto soggettivo dei giovani.

Ancora una donna, Franca Prisco, sarà relatrice per l’approvazione della legge 64/2001 che ha introdotto in Italia il Servizio Civile Nazionale.

Oggi l’obiezione di coscienza al servizio militare è sospesa, come la leva obbligatoria, ma è un dato di fatto storico che senza gli obiettori di coscienza non ci sarebbe oggi il Servizio Civile Nazionale come è un dato storico il contributo che tutti gli obiettori (più di 30.000 ad ASC dal 1981 al 2005) hanno portato alla vita delle persone e delle comunità in cui hanno operato. Un dato non offuscato dai problemi che pure hanno attraversato quell’esperienza.

Oggi i valori che hanno animato quell’esperienza si trovano di fronte a vecchie e nuove sfide e vanno vissuti con la consapevolezza che soprattutto le condizioni giovanili sono cambiate.
Eppure educazione alla pace, alla cittadinanza attiva, alla soluzione nonviolenta dei conflitti sono più che mai terreni concreti per costruire un presente e un futuro giusto, solidale e democratico, in cui il rispetto e l’espressione delle singole individualità non sia egoismo e il ruolo delle istituzioni sia per la promozione e l’esercizio della legalità.
Per ASC la prospettiva resta quella di costruire un SCN che sia un’istituzione della Repubblica, al pari del Servizio Sanitario Nazionale, della Pubblica Istruzione, delle Forze Armate, un SCN centrato e rivolto ai giovani, impegnato in attività concrete e efficaci.

MATERIALI DI APPROFONDIMENTO:

STORIA DEL SERVIZIO CIVILE

STORIA DI ARCI SERVIZIO CIVILE