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Mappa della Memoria di Genova: istruzioni per l’uso

Mappa della Memoria di Genova: istruzioni per l’uso

Volontari: Davide Coraci, Michela Pittaluga

Progetto: La memoria dalle storie locali all’educazione alla pace

Ente: Arci Servizio Civile Genova – Casa 25 Aprile

Introduzione

Uno degli obiettivi del progetto nazionale di Arci Servizio Civile “La memoria dalle storie locali all’educazione alla pace” è l’approfondimento della politica memoriale della propria città. Genova con le sue strade e piazze rappresenta un museo a cielo aperto nel quale possiamo rintracciare i segni della storia. Nella nostra ricerca abbiamo deciso di soffermarci contemporaneamente sui luoghi relativi alla Resistenza e alla Shoah, evidenziando la loro evoluzione nel corso degli anni. La Mappa della Memoria di Genova realizzata tramite Google Maps rappresenta il risultato della nostra indagine. Di seguito riportiamo un breve resoconto del lavoro svolto.

Visualizzazione dei risultati e metodi di ricerca impiegati

L’accesso alla mappa è pubblico e può avvenire tramite il link: https://drive.google.com/open?id=1PyJsIYgpcRL11Y1vaPkRZgf0PBCRf6qJ&usp=sharing.

Esso è rintracciabile sul sito di Arci Servizio Civile Genova e sui relativi canali social (Facebook Arci Servizio Civile Liguria). Tramite il collegamento gli utenti posso visualizzare la mappa, ma non modificarla. Ad oggi, la modifica può avvenire solo con accesso dagli account dei volontari e del responsabile di Arci Servizio Civile Genova. Nella presentazione della mappa è comunque riportato il contatto mail genova_memoria@ascmail.it, per chiunque intenda proporre correzioni e suggerimenti (previa presentazione di valida documentazione).

Data la finalità della mappa, la ricerca ha riguardato vie, strade, piazze, monumenti, cippi, lapidi, sacrari ed edifici collegati alle tematiche della memoria. In particolare, per quanto riguarda le strade cittadine – che hanno rappresentato la sezione più impegnativa del lavoro – siamo partiti da dati toponomastici generali. Grazie all’Ufficio Toponomastica del Comune di Genova, abbiamo infatti ricevuto la lista di tutte le intitolazioni stradali della città dalla quale abbiamo ricavato le vie e le piazze dedicate a protagonisti della Resistenza, partigiani, formazioni impegnate nella lotta di liberazione e figure relative alla Shoah. La ricerca è proseguita poi a livello bibliografico, raccogliendo diversi testi che ci potessero informare su ulteriori denominazioni e sui cambiamenti di intitolazione avvenuti dal Dopoguerra. Al contrario, per quanto riguarda monumenti, lapidi, cippi, sacrari ed edifici, siamo partiti da una ricerca di carattere sia bibliografico che sitografico e solo successivamente abbiamo inserito la loro specifica collocazione toponomastica. In riferimento agli edifici, ci siamo concentrati su una bibliografia specifica inerente alla storia dell’architettura. Gli aspetti bibliografici sono riportati per ambito di interesse in conclusione di questa relazione.

La ricerca si è orientata sui temi di Resistenza, Shoah, Fascismo e Caduti nelle due Guerre mondiali. In particolare, la funzione MyMaps di Google Maps permette di classificare i risultati in livelli. Dati i risultati della ricerca, si è resa necessaria una suddivisione del materiale secondo i seguenti livelli:

LivelloVie e piazze
Monumenti, lapidi, edifici
Resistenzaverde
Regime Fascistaviola
Shoahazzurro
Prima Guerra Mondiale e
Soldati Caduti
blu
Sezioni A.N.P.I.
Approfondimenti
Murales

In particolare, nella sezione “Monumenti, lapidi, edifici” sono stati classificati:

Targhe a caduti partigiani o brigate partigiane, case natali di partigiani, sacrari nei cimiteri, luoghi di commemorazione, sculture dedicate, stele in memoria
Luoghi di eccidi, stragi, fucilazioni e uccisioni di partigiani e civili per mano dei fascisti e/o dei nazisti
Luoghi, monumenti ed edifici simboli della propaganda fascista
Pietre d’inciampo, targhe, monumenti ed edifici (biblioteche e scuole) dedicati a ex-internati, caduti nei campi di concentramento eGiusti tra le Nazioni
Monumenti, lapidi, sculture, targhe dedicati alla patria e al suo impegno bellico e ai caduti nelle due guerre mondiali
Edifici in cui è attualmente collocata la sezione dell’Associazione Nazionale Partigiani Italiani.
Luoghi di particolare interesse da noi scelti per un’analisi più dettagliata della loro storia
Dipinti su parete visibili in città e raffiguranti personalità, eventi e messaggi legati al movimento della Resistenza, alla pace e all’antifascismo

In corrispondenza di ogni luogo segnato sulla mappa abbiamo svolto una breve ricerca allo scopo di fornire alcune informazioni biografiche e storiche per favorire una migliore comprensione del sito preso in analisi. Quando possibile sono stati inseriti elementi multimediali (foto e video) o collegamenti a risorse esterne rintracciabili anche sul sito di Arci Servizio Civile Genova. A tal proposito, il livello “Approfondimenti” presenta per ogni luogo un link che rimanda a una scheda pubblicata sul sito di Arci Servizio Civile Genova. Ad oggi gli approfondimenti sono 29 e ricoprono sia strade o piazze che edifici ritenuti di particolare interesse per le scelte di politica memoriale adottate in città dal Dopoguerra.

Tutti questi contenuti sono ovviamente modificabili e aumentabili avendo l’accesso alla mappa. La scelta di quali livelli definire e come collocarvi i luoghi si è basata su attente ricerche bibliografiche. Le decisioni da noi prese potranno però essere discusse e, davanti a chiare evidenze, corrette.

Analisi dei risultati

In termini numerici, ad oggi la mappa riporta ben oltre 500 luoghi tra vie, strade, monumenti, lapidi ed edifici. Più nello specifico, sulla base del livello, abbiamo:

  • oltre 430 luoghi per “Resistenza”;
  • oltre 60 luoghi per “Regime Fascista”;
  • circa 50 luoghi per “Prima Guerra Mondiale e Soldati Caduti”;
  • 12 luoghi per “Shoah”;
  • 11 sedi in “Sezioni A.N.P.I.”;
  • 29 luoghi in “Approfondimenti”;
  • 8 contenuti in “Murales”.

Tra questi luoghi ve ne sono molti, soprattutto entro il livello Resistenza, che hanno modificato la propria denominazione dal 1945 in poi. Tale cambio di intitolazione rappresenta un atto di politica memoriale cittadina che ha avuto un impatto, a nostro avviso, significativo sul tessuto cittadino. Il numero delle vie e dei luoghi ora dedicati a persone ed eventi della Resistenza e che in precedenza avevano altra denominazione sono almeno 25. Tra queste vi sono arterie e zone importanti, ad esempio:

  • Bacino Sampierdarena, in precedenza intitolato a Benito Mussolini (classificata nel livello “Regime Fascista”);
  • Corso Aldo Gastaldi (Quartiere di Genova San Fruttuoso), in precedenza Corso Giulio Cesare;
  • Corso Luigi Andrea Martinetti (Quartiere di Genova Sampierdarena), precedentemente via Manlio Oddone, personalità a capo della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale (corpo militare legato al regime fascista);
  • Passeggiata Anita Garibaldi (Genova Nervi), in precedenza Passeggiata X Flottiglia Mas (classificata nel livello “Regime Fascista”);
  • Via Giacomo Buranello (Quartiere di Genova Sampierdarena), in precedenza Via II Fascio d’Italia.

Tra i luoghi legati al regime e rimasti, fino ad oggi, perlopiù inalterati (nel nome e nella struttura) si individuano soprattutto edifici o monumenti (fatta eccezione per Via Luigi Rizzo). Caso esemplare è l’Arco della Vittoria in Piazza della Vittoria. Situazioni più particolari, dove si evidenziano scelte (o non scelte) memoriali quantomeno discutibili, sono Casa dell’Opera Nazionale Balilla e Casa del Mutilato e Civico Museo delle Guerre d’Italia. La prima è attualmente sede del Teatro della Gioventù, ma ben pochi cittadini genovesi conoscono la storia dell’edificio (e non potrebbero in alcun modo conoscerla se non attraverso precise ricerche bibliografiche). Per quanto riguarda Casa del Mutilato, forse ancor meno nota a livello cittadino, tale edificio ha una storia particolare. Esso ha accolto e accoglie l’associazione dei reduci e invalidi di guerra ed è stata sede di varie attività di intrattenimento. Inoltre, riporta in facciata le seguenti incisioni: “La guerra è la lezione della storia che i popoli non ricordano mai abbastanza” (frase di Carlo del Croix) e “Il sacrificio è un privilegio di cui bisogna essere degni”. Nel cortile circostante l’edificio si incontrano i monumenti della Statua della Vittoria Vigilante e quello dedicato al Mutilato, di Eugenio Baroni (medesimo autore del gruppo scultoreo a Genova Quarto dedicato alla partenza dei Mille). Infine, vicino all’ingresso della struttura, spicca la targa recante le motivazioni dell’assegnazione della Medaglia d’oro alla città di Genova per la Resistenza nel 1945. Tutti questi elementi risultano di difficile e caotica collocazione, in quanto riconducibili sia alla politica di regime che al Dopoguerra e a generali episodi legati alla Patria. Tale confusione evidenzia certamente un’interessante stratificazione storica, ma anche e soprattutto dimenticanza, scarso interesse per il valore artistico dell’edificio e limitata attenzione per il passato.

Tutt’altra sorte ha avuto invece Casa dello Studente, anch’essa classificata entro il livello “Regime Fascista”. Nata per accogliere i ragazzi fuori sede, negli anni Quaranta è stata teatro di violenze e torture nazifasciste. Dopo la riscoperta di questo passato (avvenuta solo negli anni Settanta), oggi, in occasione del Giorno della Memoria e del 25 Aprile, sono organizzate visite gratuite alle prigioni e a i sotterranei della Casa. A nostro avviso, la scelta di affrontare e ricordare così gli eventi che hanno caratterizzato la storia di quel luogo ci pare essere un ottimo modo per favorire la memoria cittadina.

Per quanto riguarda la Shoah, soltanto 12 luoghi si trovano oggi nella mappa. Oltre alle pietre d’inciampo e ad alcune vie e piazze dedicate a figure note a livello locale e nazionale (Largo Riccardo Pacifici, Via Giorgio Perlasca, Via Cardinale Pietro Boetto e Piazza Giorgio Labò), vi sono almeno due edifici di particolare interesse. Nel centro di Genova, si trova la scuola primaria De Scalzi – Polacco. Essa è stata intitolata nel 2001 ai fratelli Roberto e Carlo Polacco figli dei custodi della Sinagoga di Genova e deportati ad Auschwitz nel 1943. La scuola, in seguito all’emanazione delle Leggi razziali del 1938, ha accolto alunni ebrei espulsi dalle scuole del regime, acquisendo la nomina di “scuola speciale razza ebraica”. La storia di tale struttura testimonia il ruolo fondamentale svolto dall’istituto in supporto della popolazione vittima di persecuzioni razziali e nella difesa dei diritti e della cultura sotto il regime fascista. Purtroppo però, se non fosse per le essenziali notizie leggibili sul sito della scuola, non esisterebbe alcuna possibilità di conoscere le vicende legate al suo passato. Ciò dimostra il limitato interesse per il tema della Shoah a livello cittadino (in particolare se confrontato con il fenomeno della Resistenza), con il rischio che il ruolo di luoghi come la scuola De Scalzi-Polacco venga completamente dimenticato. Caso del tutto singolare è invece rappresentato dalla Biblioteca Giovanni Palatucci – Centro Memorie del Novecento. Essa fa parte del Sistema Bibliotecario Urbano di Genova ed è collocata all’interno della Caserma di Polizia VI Reparto Mobile nel quartiere Genova Bolzaneto. Inaugurata nel 2004 in concomitanza con le celebrazioni del Giorno della Memoria, la biblioteca è intitolata a Giovanni Palatucci, vice-commissario dal 1937 presso la Questura della città di Fiume. Egli morirà a Dachau nel 1945, in seguito all’arresto per sospettata cospirazione contro il regime. La ricostruzione della sua storia personale, avvenuta perlopiù recentemente, ha messo in luce il suo impegno nel salvataggio di popolazione di origine ebraica. Per tale ragione egli è stato insignito dell’onorificenza di “Giusto tra le Nazioni” nel 1990, della Medaglia d’oro al merito civile nel 1995 e nominato “Servo di Dio” nel 2004. Negli anni Duemila, la figura di Palatucci è stata però oggetto di specifiche ricerche, soprattutto da parte del Centro Primo Levi di New York, volte a mettere in discussione il mito di quello che era ormai divenuto lo “Schindler italiano”.  In seguito alla difficile ricostruzione dei fatti relativi, per esempio, alle vere motivazioni per il suo internamento a Dachau, la sua effettiva attività presso la Questura di Fiume e le eventuali prove di salvataggio di ebrei (anche alla luce delle specifiche contestazioni riportate dal Centro Primo Levi), il nome di Giovanni Palatucci è stato rimosso dalla mostra permanente presso il Museo dell’Olocausto di Washington e il suo ruolo di “Giusto” notevolmente ridimensionato. La vicenda, ben lontana dall’essere chiarita in maniera definitiva, è completamente sconosciuta a livello cittadino. Inoltre, la collocazione all’interno della Caserma di Bolzaneto della Biblioteca Palatucci (nonostante rappresenti una forma di riscatto rispetto alle drammatiche vicende del G8 2001), non costituisce un luogo di facile accesso e frequentazione da parte della cittadinanza. Ulteriori informazioni sulla figura di Giovanni Palatucci sono rinvenibili nella sezione bibliografica dedicata.

Una cinquantina tra vie, piazze e monumenti facenti riferimento a luoghi di battaglie e caduti della Prima Guerra Mondiale sono stati inseriti nel livello “Prima Guerra Mondiale e Soldati Caduti”. Data la difficile collocazione storica delle intitolazioni e le scarse informazioni sui promotori di tali denominazioni, si è deciso di inserire questi luoghi in un livello differente rispetto a “Regime Fascista”. Eventuali ulteriori informazioni potrebbero però giustificare una ricollocazione di tali strade in un altro livello (qualora, ad esempio, si scopra che le intitolazioni in esame siano state un elemento propagandistico usato dal regime). In generale, possiamo comunque constatare come le vicende legate alla Grande Guerra ricoprano un posto di rilievo nella politica memoria cittadina.

Infine, l’aggiunta del livello “Murales” è giustificata da una riflessione sulle modalità contemporanee e giovanili per trattare il tema della memoria e rievocare episodi del passato locale. La rappresentazione artistica su facciate ed edifici, oltre a riqualificare esteticamente zone più degradate e coinvolgere la comunità, potrebbe costituire uno degli aspetti più interessanti e d’impatto per le politiche memoriali attuabili nel presente e in prospettiva futura.

Conclusioni: la mappa e la città di Genova

Dati gli obiettivi del progetto, la mappa è stata realizzata in riferimento alla sola Genova e dintorni, se non per qualche eccezione (come, ad esempio, il luogo dell’Eccidio della Benedicta in Provincia di Alessandria e la cittadina di Bobbio in Emilia-Romagna, zona libera partigiana tra il 1944 e il 1945). L’idea di inserire questi luoghi è motivata dalla vicinanza geografica e dalla notorietà o particolarità degli eventi che li hanno caratterizzati. L’inserimento di località esterne a Genova può rappresentare comunque uno stimolo per l’aggiornamento futuro della mappa. A tal proposito, la fruibilità pubblica della Mappa della Memoria e la possibilità di apportare continue modifiche a questa rappresentano, a nostro avviso, un’utile risorsa per il territorio e la sua comunità. Il carattere interattivo della mappa favorisce inoltre una lettura più coinvolgente e vicina alle nuove generazioni. L’utente può infatti accedere autonomamente al materiale e informarsi su temi e zone secondo i propri interessi personali. Inoltre, la possibilità di modificare la mappa (sotto la supervisione di Arci Servizio Civile Genova) costituisce un ulteriore aspetto di attenta partecipazione al progetto da parte dei cittadini e, potenzialmente, anche delle istituzioni scolastiche.

In ultima analisi, valutando i risultati complessivi del lavoro svolto, ci sembra opportuno evidenziare il numero sorprendente di luoghi intitolati ai protagonisti della Resistenza. All’inizio di questo percorso, infatti, non ci aspettavamo di trovarne un numero così elevato. Tale esito invita a formulare due tipi di riflessioni opposte: la prima, di carattere positivo, indica il tentativo nel corso degli anni di realizzare una politica memoriale collettiva che metta al centro i valori della Liberazione attraverso la relativa intitolazione di luoghi della città; la seconda, di carattere invece problematico, riguarda la scarsa informazione sulla storia dei luoghi che frequentiamo quotidianamente. Sembra infatti esserci una sorta di incoerenza tra l’elevato numero di luoghi legati alla memoria e l’inadeguata attenzione che soprattutto i giovani rivolgono a questi. 

Sulla base di quanto affermato sorge spontanea una domanda: una rielaborazione memoriale, rappresentata da un così vasto numero di intitolazioni, corrisponde a un’effettiva consapevolezza della cittadinanza circa il valore del proprio passato? In altri termini, le intitolazioni visibili nelle strade sono fini a se stesse o testimoniano la coscienza di una memoria condivisa circa gli eventi che hanno caratterizzato Genova? In assenza di una continua e costruttiva riflessione sui temi della memoria, le scelte di carattere toponomastico sembrano infatti poco stimolanti per la comunità. A nostro avviso, le potenziali soluzioni a questa mancanza potrebbero essere, da un lato, una maggiore disponibilità di strumenti pubblici, capaci di avvicinare la cittadinanza alla storia dei luoghi senza bisogno di lunghe ricerche bibliografiche e, dall’altro, un’efficace politica di recupero e valorizzazione dei siti da parte dell’amministrazione cittadina, degli enti e delle associazioni territoriali.

I volontari Michela e Davide

Apparato Bibliografico

1. Fonti primarie

Bibliografia

Archivio Ufficio Toponomastica del Comune di Genova

Bottero, M., 1996 (a cura di), Memoria nella pietra: Monumenti alla Resistenza ligure 1945-1995 in Rivista dell’Istituto storico della Resistenza in Liguria, A. 1996, 1° semestre (supplemento).

Brizi F., Cirnigliano E. (a cura di) 2006, Percorsi “Resistenti” in Valpolcevera, Genova: Brigati.

Pastorino, T. 1985, Dizionario delle strade di Genova, vv. I-V, Genova: Tolozzi.

Sitografia

Archivio di Stato di Genova: http://www.archiviodistatogenova.beniculturali.it

http://campifascisti.it

http://lavoroforzato.topografiaperlastoria.org

www.pietredellamemoria.it

www.stolpersteine.eu/en/home

www.straginazifasciste.it

http://www.topographia.it/DFrontofficeGe/index.htm

2. Fonti secondarie 

Bibliografia sul monumento nel Fascismo e nella Resistenza 

Arioti, E., Canepa L., Ponte, R. (a cura di), La grande Genova 1926-2006, Atti del Convegno di Studi, Genova: 28-30 novembre 2006.

AA.VV., 1997, Dal Turchino all’Aveto: sui sentieri della Resistenza,Genova: Sagep.

Balletti F., Giontoni B., 1990, Una città tra due guerre: Culture e trasformazioni urbanistiche, Genova: De Ferrari Editore.

Barisione, S., Fochessati, M., Franzone, G., Canziani, A., 2004, Architetture in Liguria: dagli anni venti agli anni cinquanta. Milano: Editrice Segesta. 

Cappellini, A., 1951, Liguria martoriata, Genova.

Cazzani A., 2016, I monumenti ai caduti delle guerre mondiali e i giardini commemorativi connessi: un patrimonio diffuso da salvaguardare e valorizzare in Breda, M. A., Padovan G. (a cura di), British Archaeological Reports: Luoghi e architetture del secondo conflitto mondiale: 1939-1945.

Ceschi, C., 1949, I monumenti della Liguria e la guerra 1940-45, Genova: Arti Grafiche Iro Stringa.

Cevini, P., 1989, Genova anni 30: Da Labò a Daneri, Genova: Sagep Editrice.

Collettivo Antifascista Militante Val Riccò (a cura di), 2019, L’eccidio delle “Brigate Nere” a Campomorone e la Giustizia Partigiana, Genova: Antica Tipografia Ligure.

Lamponi M. 1975, La storia di Rivarolo Ligure. Genova: Valenti editore. 

L’arco della vittoria dedicato ai genovesi caduti in guerra 1915-1918: 31 maggio 1931. 1931, Genova: Municipio di Genova.

Mangiavacchi M., 2010, Monumenti per ricordare. I risultati di un censimento, in Labanca N. (a cura di), Pietre di guerra, Milano, Unicopli, , pp. 107-118.

Martini, L., 2007, ARCI: Una nuova frontiera, Roma: Ediesse.

Morabito, G., Viaggio nella memoria. (Consultato il 19/07/2018 presso: http://www.giuseppemorabito.it/viaggio_memoria.pdf). 

Rivista municipale di Genova, 1930, n.1-12

Pàstine, G., 2007, Fuoco sulle montagne verdi: l’Appennino Ligure nella Seconda Guerra Mondiale Una storia militare, Genova: De Ferrari.

Sborghi, F., 1989, (a cura di), La scultura a Genova e in Liguria: Il Novecento, Genova: Industrie Grafiche Editoriali F.lli Pagano, v. III.

Sulfaro, N. 2014, A Memory of Shadows and of Stone: Traumatic Ruins, Conservation, Social Processes in ArcHistoR, 1 (2), 145-171.

Torre, L., 2010, Bicicletta partigiana, Novi Ligure (AL): Edizioni Joker.

Sitografia sul monumento nel Fascismo

www.artefascista.it/genova_fascismo__architettura__arte.htm

Bibliografia varia Fascismo e Resistenza

A.N.P.I. (a cura di), 1997, Contributo di Sampierdarena alla Resistenza, Genova: Punto Editoriale.

Antonini, S., 2005, La liguria di Salò: Repubblica sociale e guerra civile, 1943-1945,Genova: De Ferrari.

Barco, L., Ferrazza P., 2012, La casa dello studente di Genova, Milano: Pantarei.

Collotti E., Sandri R., Sessi F.  2001 (a cura di), Dizionario della resistenza, Voll. 2. Torino: Einaudi.

De Grazia V., Luzzatto S., 2003 (a cura di), Dizionario del fascismo, Voll. 2. Torino: Einaudi.

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Gimelli F., Battifora P. (a cura di), Dizionario della resistenza in Liguria, Genova: De Ferrari. 

Isnenghi M. 1994, L’Italia in Piazza, Milano: Arnoldo Mondadori.

Parodi R. 1997. Mille giorni di guerra e di avventura, Genova: Nuova Editrice Genovese.

Sitografia varia Fascismo e Resistenza

www.anpi.it/donne-e-uomini

www.ilsrec.it/database/ricerca.php

www.storiaxxisecolo.it/documenti/documenti13.html

Bibliografia sul monumento nella Shoah e varia

Antonini, S., 2005, L’ultima diaspora: Soccorso ebraico durante la seconda guerra mondiale, Genova: De Ferrari.

Brizzolari, C., 1971, Gli ebrei nella storia di Genova, Genova: Sabatelli Editore.

Collotti, E., 2003, Il fascismo e gli ebrei. Roma-Bari: Laterza.

Millu, L., Fucile, S., Dalla Liguria ai campi di sterminio.

Parodi, L., 1988, Gli ebrei di Genova nel 1938: Demografia di una comunità, La Rassegna Mensile di Israel, Vol. LIV, n. 1-2, 305-333.

Viarengo, G. G., 2008, La deportazione degli ebrei dalla Provincia di Genova: sussidiario per la memoria, Chiavari (GE): Grafica Piemme.

Sitografia sulla Shoah

https://it.gariwo.net/

www.yadvashem.org

https://www.maddalena-bertani.edu.it/scuole/primaria-de-scalzi/chi-siamo

Bibliografia specifica su Giovanni Palatucci

Bianco, M., De Simone Palatucci, A. 2003, Giovanni Palatucci: Un olocausto nella Shoàh, Montella (AV): Accademia Vivarium Novum, Edizioni Dragonetti.

Carioti, A., (2013, Giugno 21), «Palatucci non fu un Giusto» Yad Vashem riapre la questione, Corriere della Sera. Consultato presso: https://www.corriere.it/cultura/13_giugno_21/palatucci-giusto-yad-vashem_d8eb59e0-da38-11e2-9d67-b685cbe4cbd5.shtml

Cohen, P., (2013, Giugno 19), Italian Praised for Saving Jews Is Now Seen as Nazi Collaborator, New York Times. Consultato presso: https://www.nytimes.com/2013/06/20/arts/an-italian-saint-in-the-making-or-a-collaborator-with-nazis.html?pagewanted=all&_r=0

Cohen, P., (2013, Luglio 14), Discredited Wartime Hero’s Backers Rebut Charges, New York Times. Consultato presso: https://www.nytimes.com/2013/07/15/arts/discredited-wartime-heros-backers-rebut-charges.html?ref=europe

Comunicato su Giovanni Palatucci 5 Giugno 2013, Centro Primo Levi – New York. Consultato presso: https://it.gariwo.net/dl/ComunicatoPalatucciFarkas.pdf

Dott. Giovanni Palatucci (1909-1945). Commissione di Studio sulla figura e l’operato dell’ex-reggente della Questura di Fiume (Roma, 2010-2015). Risultati dei lavori. Consultato presso: https://it.gariwo.net/dl/201504020904_dossier%20palatucci.pdf

Farkas, A., (2013, Maggio 29), Palatucci, tutte le ombre sulla vita dello «Schindler italiano», Corriere della Sera. Consultato presso: https://www.corriere.it/cultura/13_maggio_23/palatucci-pezzo-farkas_13ce2470-c3be-11e2-8072-09f5b2e9767e.shtml

Foa, A. (2013, Giugno 23), Per colpire la Chiesa di Pio XII, L’Osservatore Romano, 4. 

Giovanni Palatucci, costruzione di un mito? (2013, Maggio 28). Consultato presso: https://it.gariwo.net/persecuzioni/shoah-e-nazismo/giovanni-palatucci-costruzione-di-un-mito-8797.html

Lonigro, I. (2016, Febbraio 13), Shoah, Palatucci il Giusto con la memoria macchiata: “Macché bufala, fu davvero lo Schindler italiano”, IlFattoQuotidiano.it. Consultato presso: https://www.ilfattoquotidiano.it/2016/02/13/shoah-palatucci-il-giusto-con-la-memoria-macchiata-macche-bufala-fu-davvero-lo-schindler-italiano/2444569/

Murmelstein, W., 2013, Lo sfondo storico dell’azione di Giovanni Palatucci, Associazione Italia – Israele. Consultato presso: https://it.gariwo.net/dl/Murmelstein%20su%20Palatucci.pdf

Napolitano M. L., (2013, Giugno 22), La campagna revisionista contro il questore “giusto”. Ma contro Palatucci mancano le prove, Avvenire.it. Consultato presso: https://www.avvenire.it/agora/pagine/contro-palatucci-mancano-le-prove

Palatucci, lo “Schindler italiano” in realtà collaborava con i nazisti, (2013, 21 Giugno), laRepubblica.it. Consultato presso: https://www.repubblica.it/esteri/2013/06/21/news/lo_schindler_italiano_collaborava_con_i_nazisti-61538511

Picariello, A., (2013, Ottobre 2), TESTIMONIANZA. Due barche di ebrei per Palatucci, Avvenire.it. Consultato presso: https://www.avvenire.it/agora/pagine/due-barche-di-ebrei-per-palatucci