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Fondazione Basso: dove la cultura è di casa

Fondazione Basso: dove la cultura è di casa

Sono passati già nove mesi dall’inizio del mio servizio civile presso la Fondazione Basso. La scelta di passare un anno all’interno della Fondazione, di viverla non da utente ma, per così dire, da dietro le quinte, non è dipesa dalla volontà di mantenere una coerenza con il mio percorso di studi, ma al contrario dalla voglia di cimentarmi in qualcosa di totalmente nuovo e quasi sconosciuto.

L’idea di poter contribuire nel mio piccolo alla conservazione e alla valorizzazione del complesso archivistico e librario qui presente mi ha fortemente invogliata a intraprendere questo percorso nel settore del patrimonio artistico e culturale.

Un’esperienza simile ti può cambiare molto. Per chi, come me, sta muovendo i suoi primi passi nel mondo del lavoro, nonostante di lavoro non si tratti, questa può essere un’ottima opportunità in quanto giornalmente bisogna assumersi delle responsabilità e rispettare alcuni doveri.

Le competenze che ho acquisito in questi mesi non sono poche e, anche se in futuro non dovessi lavorare in questo settore, so che potrò conservarle nel mio bagaglio culturale come ricordo di un percorso che ha in ogni modo contribuito alla mia crescita personale. Certo, non sono stati mesi privi di ostacoli o di incertezze, ma so che mi hanno regalato un’opportunità unica e delle esperienze a dir poco significative. Prima fra tutte l’inaugurazione del portale Lazio ‘900.

Nel mese di novembre mi è stato proposto di partecipare all’inaugurazione di un nuovo portale archivistico per gli istituti di Roma e del Lazio. Ero all’inizio del mio servizio civile e non avevo ancora ben chiara l’importanza di un tale evento nel mondo degli archivi. In questa impresa, la Fondazione Lelio e Lisli Basso, ha avuto il ruolo fondamentale di capofila ed io e il mio “collega” abbiamo avuto la grande opportunità di vedere questo progetto muovere i suoi primi passi, nonché di essere tra i primi a lavorare in back-end sul portale. Da quel momento in poi ho cominciato a dare un valore diverso alle mie mansioni quotidiane, ho realizzato appieno l’importanza del rendere fruibile, attraverso la rete, il patrimonio documentale posseduto.

Mancano ormai pochi mesi alla fine di questa esperienza e andrò via con la consapevolezza di avere avuto un’occasione unica e irripetibile. Quello che posso consigliare è di non farsi sfuggire la possibilità di fare il proprio servizio civile, un anno di crescita formativa e di arricchimento personale.